Lucio Garofalo - anno scolastico 2006-2007
Lucio Garofalo - 05-07-2007
Dopo il crollo del muro di Berlino, avvenuto nel 1989, e la dissoluzione dell'intero blocco sovietico, gli USA si sono ritrovati ad essere l'unica superpotenza militare sulla scena globale, per cui hanno decisamente assunto il ruolo di gendarmeria mondiale, esautorando l'ONU e arrogandosi l'esercizio esclusivo della forza e del diritto internazionale, mentre sul piano economico-commerciale e monetario sono emerse nuove rivalità e nuove tensioni tra i maggiori colossi del mercato capitalistico mondiale, vale a dire Stati Uniti, Europa, Giappone, Cina e India. Senza dubbio sono questi i principali protagonisti del nuovo ordine mondiale.
Lucio Garofalo - 30-06-2007
L'Occidente decanta sempre le virtù liberatorie della democrazia, ma quando un popolo decide di autodeterminarsi e di esprimersi liberamente e democraticamente, come è accaduto nel caso dei Palestinesi, e il risultato elettorale non è molto gradito alle potenze occidentali, queste intraprendono una serie di manovre e di tentativi al fine di pregiudicarne e vanificarne ogni valore ed ogni carattere di legalità. Dopo le ultime elezioni palestinesi vinte da Hamas, la comunità internazionale ha imposto un ignobile embargo al fine di ricattare i palestinesi e costringerli a pentirsi di aver votato per Hamas. E' innegabile che Hamas sia un'organizzazione culturalmente retrograda e misoneista, politicamente reazionaria (diciamo islamico-fascista), certamente non progressista, ma è altrettanto ineccebile che Abu Mazen sia una pedina manovrata da USA ed Israele, che hanno appoggiato sia la gravissima decisione di Abu Mazen di sciogliere il legittimo governo guidato da Hamas, sia il golpe di Abu Mazen con il quale è stato formato un nuovo governo che non è minimamente rappresentativo del popolo palestinese, in quanto la decisione presidenziale viola apertamente la Costituzione palestinese, non avendo ricevuto il necessario consenso e la ratifica parlamentare.
dimmi
Lucio Garofalo - 23-06-2007
Dopo "Tangentopoli", "Bancopoli", "Calciopoli", "Valletopoli", "Spiopoli", "Mafiopoli", "Paperopoli" ecc., l'ultimo scandalo nazionale degno di una "Repubblica delle banane" (senza offesa per le scimmie) quale da tempo sembra essere l'Italia, è "Monopoli". Il caso in questione (ri)emerge a riprova che il nostro "Belpaese" è da tempo diventato "un popolo di ladri, furbetti, banchieri e finanzieri rampanti, calciatori, scalatori e alpinisti, letterine, veline, vallette e vedette, paparazzi, magnacci e papponi, manager falliti, spie e... giocatori di Monopoli". Invece, la vecchia retorica nazional-popolare e idealista esaltava la nostra "amata Patria" come "un popolo di santi, poeti e navigatori".
Lucio Garofalo - 11-06-2007
Una posizione nettamente contraria al sionismo come dottrina politica non può essere confusa, se non in malafede, con l'antisemitismo, e tanto meno con il negazionismo. Bisogna ripudiare e condannare qualsiasi manifestazione razzista, contrastare ogni insorgenza nazi-fascista, rigettare tutte le idee e le opinioni che tendono a separare gli uomini e i popoli in "superiori" ed "inferiori". Proprio per tali ragioni ritengo che l'assunzione del sionismo come base fondativa dello Stato di Israele abbia condotto a politiche persecutorie ed aggressive verso i popoli confinanti e soprattutto verso i legittimi abitanti della Palestina. Occorre proclamare con forza che lo Stato di Israele, fino a quando si definirà lo Stato Ebraico anziché uno Stato laico e non confessionale, sarà sempre uno Stato fondato sull'esclusione e sulla discriminazione religiosa e razziale. E' necessario denunciare e riprovare le occupazioni e le aggressioni di Israele contro i popoli e i Paesi dell'area mediorientale, fino a quando lo Stato di Israele continuerà ad aggredire ed occupare territori altrui, violando le risoluzioni dell'ONU.
Lucio Garofalo - 18-04-2007
Sex, drugs and... tammurriate

Ormai non si contano più le inchieste, i dossier, i libri, i saggi e quant'altro è stato scritto e pubblicato sul tema della tossicomania giovanile.
Infatti, si rimane letteralmente sorpresi dalla facilità o, per meglio dire, dalla faciloneria e dal semplicismo, con cui le persone più diverse tendono ad occuparsi dell'argomento. Tutti, o quasi, sembrano ritenersi e proclamarsi "esperti" del problema e sono disposti a trattarlo con eccessiva disinvoltura e superficialità. Spesso solo per sentito dire, spinti dall'onda emotiva di una tragica notizia, ripetendo e citando frasi fatte, abusando di argomenti triti e ritriti, senza documentarsi col dovuto rigore scientifico, discorrendo a sproposito, in base a pregiudizi e stereotipi convenzionali che alla fine si rivelano per ciò che realmente sono: opinioni assolutamente false e distorte, intrise di bigottismo e saccenteria moralistica.
La conseguenza più disdicevole di un simile andazzo è quella di compromettere ogni possibilità di indagine e comprensione delle cause di fondo del problema e, in ultima analisi, quella di precludere ogni possibilità (e volontà) di risolverlo alla radice.
Pertanto, è lecito ed opportuno chiedersi se abbia senso scrivere un altro, l'ennesimo articolo su questa difficile e delicata materia.
Io credo che un senso ce l'abbia, proprio in virtù dell'eccessiva confusione, di origine viscerale ed emotiva (derivante da una paura ancestrale e irrazionale), a causa dei tanti orpelli e delle apparenze ingannevoli, dell'alone di ignoranza e di oscurantismo che ancora circonda la questione. Soprattutto nelle piccole realtà di provincia, laddove prevalgono abitudini e personalità ciarliere, laddove si tende ad esagerare sia nel bene che nel male (in questo caso, nel male), lavorando molto di immaginazione, alterando anche la più semplice e banale verità, costruendo un cumulo di menzogne, bugie, invenzioni, pettegolezzi, idiozie e baggianate, a partire da un minuscolo, insignificante sassolino.
Non nutro certo vane illusioni, non ho la sciocca e velleitaria pretesa di far luce laddove regna la massima oscurità, soprattutto perchè è estremamente difficile, se non impossibile, comunicare con chi non intende capire ed ascoltare. Nel contempo voglio provare a dire la mia, visto che in tanti (forse troppi) lo fanno abitualmente, arrecando talvolta danni di non poco conto. Spero di non procurarne altri.
In sostanza, mi propongo di offrire una chiave di lettura nuova ed originale rispetto a un fenomeno in netta ascesa anche nel nostro territorio.
Lucio Garofalo - 11-04-2007
Preambolo

Premetto che non sono cresciuto in un ambiente politico influenzato dalla tradizione veterostalinista. Non mi sono formato in un clima ideologico condizionato dal fanatismo e dalla mitologia filosovietica che avevano esaltato e ottenebrato le menti di milioni di uomini che credevano ingenuamente in una sorta di "paradiso terrestre". La nozione di un Eden sovietico non è mai esistita realmente nell'esperienza storica, se non nelle facili illusioni, nell'iconografia faziosa e pseudorealista, nella mistica stalinista e nella propaganda ideologica di un partito-chiesa che aveva compresso le libertà e i diritti dei singoli militanti, piegando e subordinando le coscienze individuali agli imperativi categorici provenienti da Mosca.
Al contrario, ho abbracciato e coltivato una visione del mondo e della politica animata da sinceri principi e sentimenti libertari e antiautoritari.
Infatti, ho sempre contestato sia l'imperialismo occidentale, di matrice filocapitalista e pseudodemocratica, che faceva (e fa) capo alla NATO e alla superpotenza statunitense, sia l'imperialismo sovietico, di estrazione burocratico-statalista, che faceva riferimento al Patto di Varsavia e al blocco di dominio incentrato sulle caste politico-militari salite al potere in Unione Sovietica, instaurando uno dei regimi totalitari e polizieschi più crudeli che la storia rammenti, simile e, in fondo, degno erede della spietata autocrazia zarista vigente nella Russia pre-rivoluzionaria.
Questa chiosa introduttiva mi ha permesso di spiegare quale fosse la mia posizione duramente critica, anzi polemica, in materia di socialismo reale, in modo da sgombrare immediatamente il campo da eventuali equivoci che potrebbero inficiare la trattazione e la comprensione dell'argomento.
Lucio Garofalo - 05-04-2007
Il nuovo millennio ha assistito alla comparsa del cosiddetto "popolo di Seattle", un movimento eterogeneo di rivolta e di contestazione anticapitalista che ha aperto un nuovo ciclo di lotte e mobilitazioni di massa a livello internazionale, il cui apice è stato raggiunto probabilmente in occasione del summit del G8 svoltosi a Genova nel luglio 2001, la cui memoria rievoca anzitutto la tragica morte di Carlo Giuliani.
In tale circostanza luttuosa la reazione del sistema, messo duramente in discussione, proruppe in modo assolutamente primitivo e irrazionale.
Turbato dalle vaste moltitudini umane che si contaminavano, rifiutavano il modello di società imposto dalla globalizzazione neoliberista, progettando e costruendo nella prassi politica quotidiana un mondo diverso, proponendo esperienze di autogestione e partecipazione diretta in alternativa al verticismo esercitato dalle oligarchie economiche multinazionali, la risposta del potere non tardò a manifestarsi in una forma istintivamente rozza e brutale, rivelando la natura criminale e antidemocratica del nuovo ordine sovranazionale incarnato dai capi di stato riuniti nel vertice del G8.
Nella sua fase iniziale questa reazione si è concretizzata in atti insensati e raccapriccianti di violenza poliziesca, immediatamente denunciati dal movimento (attraverso fotografie e filmati autoprodotti, testimonianze, documenti e inchieste di controinformazione), quindi condannati dall'opinione pubblica internazionale, per cui la fase successiva ha visto un clamoroso salto qualitativo dell'azione repressiva, che ha partorito il disastro epocale dell'11 settembre 2001. Questo tragico avvenimento ha fornito un efficace alibi, scientemente strumentalizzato per invocare e autorizzare uno stato di "guerra preventiva e permanente" contro il terrorismo globale.
L'apparente antinomia tra terrorismo e guerra costituisce in realtà un orrendo parto gemellare generato dal medesimo apparato di potere che fa capo al blocco imperialista anglo-americano. Il sistema ha concepito e orchestrato una mostruosa e ingegnosa rivisitazione, proiettata in chiave planetaria, della classica "strategia della tensione", tesa a destabilizzare per stabilizzare, ossia a preservare e consolidare l'ordine (mondiale) con il disordine, vale a dire con il terrore globale.
In effetti, da quel momento storico la parabola ascendente (sul versante sia ideologico-propagandistico che strategico-organizzativo) del movimento antiglobalizzazione ha ricevuto un brusco rallentamento, fin quasi ad arrestarsi.
Lucio Garofalo - 09-03-2007
... il senatore Andreotti non è affatto nuovo a ... esternazioni pubbliche, che potremmo definire "pacifiste" e persino "filo-terzomondiste".
Come quando si schierò apertamente a sostegno della causa palestinese, ammettendo che anche lui sarebbe potuto diventare un terrorista se fosse nato in un campo-profughi e fosse vissuto sin dall'infanzia in uno stato di oppressione del proprio popolo e di occupazione della propria terra natale da parte di truppe straniere.
Il fatto è che se simili asserzioni le facesse un qualsiasi sconosciuto, un cittadino comune, il rischio minimo in cui potrebbe incorrere è di essere tacciato di filo-terrorismo, mentre se a rilasciarle è un personaggio potente e notoriamente moderato come il senatore a vita Giulio Andreotti, nessuno si azzarderebbe a muovergli simili accuse, anzi.
Lucio Garofalo - 02-03-2007
...per la serie "a volte ritornano"...

I nostri ineffabili governanti/dipendenti, come giustamente li definisce Beppe Grillo nel suo blog, non solo ci mancano continuamente di rispetto offendendo la nostra intelligenza, ma violano il mandato elettorale che gli abbiamo assegnato (ma quando ci toglieremo il brutto vizio di andare a votare?) contravvenendo ad un patto siglato con chi li ha deputati in Parlamento.
Ormai è fin troppo chiaro che questi nuovi democristiani ci hanno elegantemente raggirato, sfruttando il nostro voto solo per scalare il potere, facendoci credere di salvare l'Italia e la povera democrazia italica dall'insidia costituita dal "cavaliere nero", che non è Zorro, il giustiziere dei poveri, bensì un bandito mascherato che vive ad Arcore e fa il giustiziere dei ricchi, ma soprattutto tutela e persegue i propri interessi di arcimiliardario.
Non certo in funzione antiberlusconiana, ma in chiave antioperaia ed anticomunista va interpretata e spiegata la caduta e la (finta) crisi del governo Prodi, avvenuta il giorno delle Ceneri, data di inizio della Quaresima. Ebbene, in questo dettaglio temporale, non casuale, io ravviso un segnale e un messaggio ben preciso proveniente dalla curia vaticana, alleatasi con i vertici confindustriali e l'establishment militare filoamericano.
Lucio Garofalo - 23-02-2007
Sono opportune, e necessarie, alcune riflessioni sullo straordinario evento della manifestazione di Vicenza, che ha mobilitato oltre 200 mila persone, anche alla luce di un altro avvenimento straordinario, ma non certo imprevedibile - o inevitabile -, vale a dire la rocambolesca e fantozziana caduta del governo sulla mozione dalemiana in materia di politica estera e le doverose dimissioni presentate al Quirinale dal ragionier Fracchia/Prodi.

Anzitutto, va fatta una considerazione positiva sull'esito della manifestazione.

La manifestazione di sabato 17 febbraio a Vicenza si è svolta senza il minimo incidente. L'unico scontro registrato, è stato un litigio tra cani (esattamente un "feroce" mastino napoletano - sempre i soliti meridionali - e un piccolo, ma combattivo esemplare di razza bastarda - un extracomunitario), visto che in tanti, tra i manifestanti, sono stati accompagnati, non solo dalle rispettive famiglie, ma altresì dall'amico più fedele dell'uomo (che non è Emilio Fede).

Inoltre, qualcuno ha sparato un rumoroso petardo... Ma cosa si pretendeva, il clima era anche un po' carnevalesco, per cui qualche botta e qualche scherzo, lazzi e frizzi, erano proprio adatti all'occasione! Eppure, le vere, tragiche buffonate e mascherate, sarebbero ancora dovute venire, ma altrove, in altre sedi e in altre circostanze, che non hanno nulla a che spartire con la piazza e con l'esperienza vicentina. Mi riferisco alla farsa e alla tragicommedia messa in scena al Senato il 21 febbraio, giorno delle Ceneri, data di inizio della Quaresima, che è tempo di digiuni e penitenze (per noi comuni mortali, non certo per loro, immortali, nel senso che non si staccheranno mai dallo scranno su cui hanno appoggiato i loro "sacri" deretani) fino alla Pasqua, secondo i precetti sanciti dalla chiesa cattolica apostolica romana.
Lucio Garofalo - 16-02-2007
Oggi, in alcuni settori della borghesia più oltranzista e reazionaria italiana sopravvive ancora una sorta di idiosincrasia anticomunista, un coacervo di psicosi, di nevrosi, di umori e sentimenti antioperai ed antidemocratici che il bandito ...
Lucio Garofalo - 10-02-2007
Da oltre un decennio la Scuola Pubblica, in modo particolare l'agibilità democratico-sindacale e gli spazi di libertà e legalità presenti al suo interno, stanno subendo colpi durissimi, inferti dai governi sia di centro-sinistra che di centro-destra, ...
Lucio Garofalo - 02-02-2007
RIFLESSIONI SUL TRAMONTO DELLA "CIVILTA' OCCIDENTALE"

Medio Evo prossimo venturo... Tempi di fanatismo, crudeltà, irrazionalità e intolleranza, incombono sia ad Occidente che ad Oriente.
Nuove profezie apocalittiche e nuovi timori millenaristici si affacciano all'orizzonte della storia. Qualcuno ha persino indicato e previsto con precisione matematica la data della fine del mondo che, a quanto pare, i Maya (che furono senza dubbio un popolo molto intelligente e progredito, capace di grandi scoperte astronomiche e matematiche) seppero già calcolare e individuare nell'anno 2012. Da più parti si paventa l'affacciarsi di un nuovo, inquietante periodo di barbarie e di oscurantismo, che parrebbe approssimarsi alle porte del nostro futuro. In tal senso, il catastrofismo, specie quello di origine ecologista e ambientalista, trova un terreno assai fertile per prosperare ed attecchire... e per terrorizzare la gente.

Ma dobbiamo davvero preoccuparci e prepararci ad un futuro apocalittico? Siccome non sono un profeta, né un mago, ma un semplice osservatore della realtà storica, consegno ai posteri l'ardua sentenza...

Di certo, affiorano alcuni segnali evidenti che inducono a fermarsi per ragionare e riflettere meglio sulla natura della crisi e sulla decadenza di un mondo costruito ed imperniato troppo sulle certezze (rivelatesi per quello che in realtà sono, ovvero fragili illusioni) della scienza e del progresso tecnologico, incentrato sui dogmi assolutistici della nuova religione pagana: il liberismo economico-capitalistico, il consumismo sfrenato di un'economia che ha divorato e dissipato tutte le risorse naturali e ambientali della Terra, depredando popoli ed ecosistemi che per millenni sono rimasti perfettamente integri e vergini... Fino a quando non è comparso l'uomo bianco occidentale!

Lo stato di irreversibile putrescenza in cui versa l'odierna società tardo-capitalistica su scala planetaria, è talmente palese da non poter essere negato da nessuno, nemmeno dai fautori più fanatici e incalliti della globalizzazione economica neoliberista. Le classi dominanti non sono più in grado di proporre, imporre e propugnare alcun serio e credibile valore etico-spirituale, nessuna visione o idea di società e di progresso che possa infondere nell'animo delle giovani generazioni una piena fiducia nell'avvenire, tranne l'esaltazione acritica del presente, eccetto l'offerta continua e crescente, ma destinata fatalmente ad esaurirsi, di valori e beni effimeri per antonomasia, legati al consumismo puramente materiale, all'usa & getta, per cui esse (le classi dirigenti) sono soltanto lo specchio più grottesco e patetico della crisi e della decomposizione sociale.

La realtà mostra in modo incontrovertibile che l'attuale modello di sviluppo capitalistico-borghese imposto per secoli dall'occidente con la violenza delle armi, del ricatto alimentare, della propaganda mediatica, ecc., attraversa una fase di profonda crisi strutturale e ideologica, per cui non riesce più a convincere, essendo incapace di sedurre ed attrarre la gente che abita sul nostro pianeta, in modo particolare i giovani e i popoli del Sud del mondo. Basti pensare a quanto sta accadendo negli ultimi anni in un vasto continente come l'America Latina, scosso e rinvigorito da forti spinte rivoluzionarie anticapitaliste ed antimperialiste. Si pensi a quanto accade altrove, in Africa, in Medio Oriente, nell'Estremo Oriente, in Nepal...

Ma cosa potrebbe fare ciascuno di noi? Non so gli altri, ma per quanto mi riguarda nutro alcune convinzioni e alcune speranze. Io sono un insegnante. Forse nel mio ambito specifico di competenza, potrei contribuire a promuovere e sollecitare una presa di coscienza critica da parte dei giovani? Non inseguo certo l'assurda pretesa, che sarebbe semplicemente ingenua e velleitaria, di cambiare il mondo con la mia professione quotidiana, anzi. Tuttavia, qualcosa si potrebbe cominciare a fare, anzitutto nelle scuole. Ecco un esempio concreto e praticabile.

Detto con molta franchezza, auspico che un bel giorno, anche nelle scuole pubbliche italiane si approdi finalmente all'adozione di un autentico e necessario spirito laicista, ovvero ad un approccio di tipo relativistico e interculturalistico nell'interazione dialettica tra docenti e discenti, vale a dire nel processo didattico-educativo che dovrebbe costituire il rapporto centrale e privilegiato all'interno delle dinamiche socio-relazionali esistenti nella scuola, sebbene prevalgano sempre più altri interessi e altre mansioni professionali, dunque altri momenti relazionali. Come, ad esempio, gli incarichi legati all'esecuzione delle cosiddette "attività aggiuntive", delle "funzioni strumentali", dei "progetti di arricchimento" (ma arricchimento per chi?). Tutti elementi e ruoli organizzativi che, nell'attuale stato, assolutamente osceno ed obbrobrioso, degli stipendi retribuiti agli insegnanti italiani (i più miserabili d'Europa), emanano inevitabilmente un subdolo fascino seduttivo derivante dal profumo-fetore dei fondi economici aggiuntivi, che attraggono i docenti distraendoli dal loro compito primario, ossia la crescita e l'educazione delle giovani generazioni. Questo spirito di apertura, di tolleranza e di liberalismo etico-spirituale e civile, rappresenta una preziosa linfa vitale, una forma mentis estremamente importante e proficua per la formazione culturale e per la piena emancipazione intellettuale e morale della personalità umana.
Lucio Garofalo - 25-01-2007
Alcuni esempi tipici di disinformazione

Nella storia dell'umanità c'è sempre stato qualcuno pronto a speculare sulle disgrazie altrui e sulle tragedie collettive, tanto sui disastri e sui cataclismi provocati dalla furia naturale (terremoti, maremoti, frane, alluvioni, tifoni, uragani, ecc., rispetto a cui gli uomini non sono completamente esenti da responsabilità dirette) quanto sulle guerre e sulle carneficine umane.

Rammentate il clima di panico e sgomento generale suscitato intorno all'aviaria, meglio nota come "influenza dei polli"? Non esagero se dico che ci hanno indotti a temere il peggio, si era persino giunti a paventare un'epidemia, o una pandemia di proporzioni colossali, tanto che qualcuno si è spinto oltre, fino a prospettare uno scenario apocalittico di catastrofe sanitaria ed umanitaria. Non occorre risalire a un'età remota, ma solo a qualche mese addietro, all'incirca un anno fa, per ricordarsene. Il guaio di molti è che hanno la memoria corta!

Ebbene, quali sono stati i danni reali, effettivamente causati dall'influenza aviaria?
Ben pochi, addirittura irrisori di fronte ai terrificanti effetti temuti e sbandierati dagli "esperti".
Al contrario, la iattura maggiore è stata determinata dalla paura e dalla propaganda terroristica condotta dai mass-media che, come sovente accade in simili casi, provocano disastri ben più gravi e drammatici del male medesimo.
Le perdite principali sono stati essenzialmente di ordine economico-finanziario, nella misura in cui l'allarmismo diffuso tra la popolazione ha arrecato enormi svantaggi e rovine al settore dell'avicultura, per cui qualcun altro ne ha beneficiato.

Chi, dunque, ne ha approfittato? Cui prodest? A chi interessa spaventare la gente?
Tra quanti hanno tratto utili incalcolabili, figurano senza dubbio le industrie farmaceutiche produttrici di vaccini antinfluenzali. Ma non solo le case farmaceutiche hanno lucrato in modo cospicuo su quello che è stato un business gigantesco, l'affare economico dell'anno scorso: l'aviaria, l'influenza dei polli. Ma i veri "polli" sono stati i milioni di cittadini e di consumatori, truffati e gabbati, per l'ennesima volta, dagli organi della disinformazione di massa.

Rammento che uno dei concetti chiave del Goebbels-pensiero (Goebbels era il famigerato Ministro della propaganda del regime hitleriano) è riassumibile come segue: "Una bugia ripetuta mille volte diventa più vera della verità". Berlusconi docet.

Parimenti mi chiedo chi ha lucrato sulle catastrofi e sulle tragedie internazionali degli ultimi anni come, ad esempio, lo spaventoso tsunami che nel dicembre 2005 devastò l'intero sud-est asiatico, causando un'orribile ecatombe? La risposta la lascio al vostro giudizio individuale.

Un altro esempio. Si pensi all'11 settembre 2001, allo storico attentato contro le Twin Towers.
Questa immane tragedia, un orrendo crimine commesso contro l'umanità, ha cinicamente rappresentato un esorbitante affare economico, uno straordinario evento speculativo in borsa, che ha generato immense fortune finanziarie per pochi, grandi speculatori, ma ha dissolto ingenti capitali e ricchezze, rovinando milioni di piccoli risparmiatori in tutto il mondo.

Così le tante guerre, note e meno note, attualmente in corso nel mondo, sia le guerre più oscure e dimenticate, sia quelle più seguite, in Iraq e in Afghanistan, in Medio Oriente, in Africa e in Asia, costituiscono innumerevoli opportunità per siglare e concludere affari d'oro, per arricchirsi con il sangue, la morte e la sofferenza di milioni di esseri umani, condannati ad un destino atroce e sventurato.

Ma la guerra è, per antonomasia, un evento catastrofico e devastante, che annienta non solo le vite umane, ma demolisce intere città, gli agglomerati urbani, le strade, le abitazioni, le scuole e gli ospedali, insomma le infrastrutture, alla stessa stregua di un fenomeno sismico di elevata intensità, di un potente uragano, o di una qualsiasi calamità naturale. A cui segue necessariamente il momento della ricostruzione delle aree disastrate, una fase che è anch'essa un'occasione lucrosa, utile e propizia per stipulare affari, per arricchirsi e fare fortuna. A tal punto che l'economia della ricostruzione è altrettanto ricca e conveniente quanto lo è un'economia di guerra, ovvero un'economia della catastrofe e del catastrofismo.
Lucio Garofalo - 22-01-2007
Cari compagni,

io mi ritengo un compagno (seppure atipico, è vero) assai controverso, irrazionale e razionale fino in fondo, irriverente e dissacrante (soprattutto verso gli abusi del potere), anarchico e comunista, molto esigente e in un certo ...
Lucio Garofalo - 02-01-2007
...e non solo...

Francamente non condivido, né ho mai condiviso, quella persuasione comune assai diffusa e corrente, troppo positiva e poco critica, attinente alla modernizzazione che è soprattutto un effetto ritardato e regressivo della ...
Lucio Garofalo - 12-12-2006
...E IN ALTRI CONTINENTI

Premetto che non ho nulla da eccepire sulla sostanza dell'articolo di Gennaro Carotenuto (intitolato "Uno spettro s'aggira per l'America: lo spettro del socialismo del secolo XXI"), in particolare sulla tesi relativa al ...
Lucio Garofalo - 04-12-2006
Da tre mesi circa ha preso il via la spedizione militare in Libano, guidata dall'Italia (sic!), promossa al rango di "superpotenza" dalla cosiddetta "comunità internazionale", un'ambigua definizione di stampo dalemiano (degna del peggior ...
Lucio Garofalo - 25-11-2006
OVVERO SULLA MERCIFICAZIONE DELLA CULTURA E DELL'ARTE

Spesso e volentieri, da quando scrivo per diletto, i miei genitori, parenti, amici e conoscenti, i miei professori e compagni di scuola, la mia attuale compagna di vita, persino qualche mia ...
Lucio Garofalo - 18-11-2006

Il recente provvedimento d'indulto, approvato a larghissima maggioranza dal Parlamento italiano, è stato spacciato come un legittimo e doveroso atto di clemenza, se non addirittura di giustizia, compiuto dallo stato italiano per risanare la gravissima crisi emergenziale in cui versano le strutture penitenziarie. Non è un caso che gli unici voti nettamente contrari siano venuti da Antonio Di Pietro e dai suoi fedelissimi ipergiustizialisti, dai codini della Lega e dai post-fascisti di Alleanza Nazionale, cioè dai settori più apertamente reazionari, forcaioli ed oltranzisti del quadro politico-istituzionale italiano.

Ebbene, il provvedimento emesso è appunto una misura tampone, destinata a sospendere il problema in maniera transitoria nel tempo e a rimuovere i pesanti sensi di colpa che turbano la coscienza sporca della classe politica dirigente, sensi di colpa derivanti dalle vergognose ed inaccettabili condizioni di vita in cui è costretta la popolazione carceraria. Insomma, prima che esploda qualche rivolta sanguinosa, si è ritenuto opportuno prevenire i danni, anziché affrontarli in seguito, quando è più difficile rimediarvi. Di primo acchito si potrebbe convenire e concordare con lo spirito di saggezza e di indulgenza che pare aver animato ed ispirato la suddetta disposizione legislativa. Trattasi, invece, di una misura puramente emergenziale, che tuttavia non ha risolto nulla, dato che gran parte dei detenuti rimessi in libertà pochi mesi or sono in seguito all'indulto, stanno progressivamente rientrando in galera, avendo ripreso a delinquere, come d'altronde era prevedibile che facessero. Arrestati e condannati una prima volta, se non più volte, molti detenuti sono stati scarcerati grazie all'indulto, per essere nuovamente arrestati, condannati e detenuti, in attesa di un nuovo sconto di pena.

E' chiaro allora che il vero scopo del condono da parte dello Stato è un altro, molto più subdolo ed ingannevole. Alla base di un simile gesto di "clemenza" risiede la volontà politica di occultare la natura reale, violenta, repressiva e antidemocratica dello Stato che è il detentore del monopolio della forza pubblica. In quanto tale, esso impone con la violenza e con la minaccia repressiva, le sue leggi e le sue regole, le sue strutture e le sue istituzioni, le sue ingiustizie e le sue contraddizioni, facendole accettare come "diritto", ovvero come "giustizia", come "ordine costituito", eccetera. Ma il delitto non può essere trasfigurato come "regola" o "diritto", l'ingiustizia non può essere spacciata come "legge" o "giustizia", la violenza dell'oppressione, dello sfruttamento, della miseria, dell'emarginazione, della guerra, non può essere camuffata sotto la veste ipocrita e mistificatrice della "legge" e di un "ordine costituito", che pertanto non possono essere messi in discussione e non possono essere criticati, e tanto meno modificati. La logica e l'ideologia imperanti nella nostra società, accettano e pretendono che si consideri la violenza, l'ingiustizia, lo sfruttamento materiale, la guerra, quali forme e fenomeni di un "ordine naturale" del mondo, che è dunque inevitabile e permanente, ossia uno stato di cose assolutamente immutabile. Eppure, la società borghese in cui viviamo è totalmente sorretta sulla violenza, tutti i rapporti economico-sociali sono imperniati sulla violenza, sull'ipocrisia, sulla mistificazione. Perciò io credo che il senso recondito di un provvedimento di indulto come quello adottato dal Parlamento italiano, sia di carattere ideologico-strumentale. Si è trattato di un'operazione di propaganda e di mistificazione politica, mirata ad esibire un volto "buonista" e "garantista", dietro cui si annida invece la vera anima dell'ordine costituito, che è quella della repressione poliziesca e carceraria, dell'ingiustizia di classe, della ritorsione, dello squallore e del cinismo del potere, aspetti che non si possono ostentare con eccessiva disinvoltura, ma devono essere opportunamente nascosti.

La falsa clemenza, la falsa giustizia, e più un generale la falsa democrazia, servono a celare il carattere più duro e cruento che appartiene ad una società in cui la violenza e lo sfruttamento sono all'ordine del giorno, anzi stanno all'origine stessa della società, e si concretizzano abitualmente in tutti i rapporti della vita quotidiana degli individui, nelle carceri, in fabbrica, a scuola, in famiglia, dappertutto, persino nei più consueti e normali rapporti d'amore e d'amicizia. In tal senso, l'indulto ha offerto il lato ipocrita e "perbenista" del sistema attualmente in vigore, e non mi riferisco solo al sistema carcerario, ma all'intero sistema sociale, dominato da interessi materiali di profitto, di arricchimento e di potere, che coinvolgono un'esigua minoranza di soggetti, la cui ferrea volontà influenza lo Stato, il diritto, la legge e l'ordine, che sono una diretta emanazione storica della classe sociale al potere.
Lucio Garofalo - 27-10-2006
L'accordo stipulato tra il governo Prodi(torio) e le cosiddette "parti sociali", ossia i sindacati e la Confindustria , è semplicemente inaudito e vergognoso. Se questo è il risultato della tanto osannata e agognata "concertazione", allora è meglio lo scontro di classe, la lotta dura (e senza paura), dato che con il sistema concertativo siamo sempre noi lavoratori a prenderlo in quel posto. Ma va là, non lamentarti come il solito! E chi si lagna? Io non mi lagno, mi infurio e basta! Eppure, dando uno sguardo in giro mi pare di non essere il solo ad indignarsi e protestare.
Lucio Garofalo - 06-10-2006
...UNA RIFLESSIONE SULLA TRISTE REALTA' DELLA SCUOLA ITALIANA

Il titolo, un po' lungo, potrebbe forse rievocare i divertenti e geniali film della regista Lina Wertmuller (con la celebre coppia di attori formata da Giancarlo Giannini e Mariangela Melato). Eppure non si tratta di un film o di una fiction, ma di una grottesca e "normale" situazione alquanto presente e diffusa in tante realtà scolastiche del nostro Paese.

Ho deciso di raccontare in forma ironico-surreale (spero) lo "scandalo" (un piccolo scandalo, non meno scandaloso dei grossi scandali nazionali ed internazionali) a cui ho avuto il dispiacere di assistere durante un collegio dei docenti della mia scuola all'inizio del nuovo anno scolastico.
Francamente ho assistito ad un ignobile e vergognoso "mercato delle vacche", senza offesa per le vacche e per i loro padroni/venditori. La differenza consiste nel fatto che il mercato delle vacche ha una sua maggiore dignità e legittimità, una sua serietà, addirittura una sua nobiltà, almeno rispetto al "mercato" che ho seguito nel corso di una seduta del collegio dei docenti.

Tra i vari punti fissati all'ordine del giorno della suddetta riunione collegiale, figurava l'attribuzione degli incarichi relativi alle FF.SS. (che non significa Ferrovie dello Stato, anch'esse ormai in rovina), cioè alle Funzioni Strumentali al Piano dell'Offerta Formativa (P.O.F., come dire "appoffatevi"!) che ogni istituzione scolastica, nella sua "autonomia", si sceglie e decide di mettere in mostra alla stregua di una ditta di formaggi, di una società finanziaria, di un'agenzia di viaggi che espone e promuove le proprie offerte ai clienti.

Per chi non lo sapesse, le Funzioni Strumentali, originariamente chiamate "Funzioni-obiettivo", sono state istituite con il Contratto Collettivo Nazionale dei Lavoratori del Comparto Scuola, approvato durante il primo governo Prodi, per il quadriennio 1998/2001. Alcuni importanti passaggi normativi contenuti in questo contratto (che in un certo senso ha segnato un vero e proprio spartiacque storico e antropologico-culturale nel mondo della scuola italiana) hanno introdotto, incentivato e legittimato, un processo di mercificazione dell'istruzione scolastica e di tante attività, progettuali, organizzative, ecc., che in passato erano svolte gratuitamente, o quasi, per passione e vocazione, e non certo per denaro. Non intendo qui soffermarmi oltre sul discorso storico-politico concernente l'istituzione dell'autonomia scolastica, delle funzioni-obiettivo (o "funzioni strumentali"), delle RSU, nella realtà della scuola italiana, per non annoiare troppo i lettori. Mi interessa invece approfondire altri aspetti.

Voglio comunque esporre la mia opinione in breve.
Lucio Garofalo - 26-09-2006
Dopo "Tangentopoli", "Calciopoli", "Paperopoli"... l'ultimo scandalo nazionale degno di una vera "Repubblica delle banane" (ossia "Bananopoli", senza offesa per le scimmie) quale sembra ormai essere l'Italia, è "Spiopoli".
Il nuovo caso nazionale ...